Immerso nella natura dell’altopiano di Lavarone, questo lago balneabile è una meta amata sia da sportivi sia da chi è in cerca di relax. E' possibile passeggiare attorno alle sue rive anche con il passeggino e sono presenti due spiagge attrezzate dove è possibile fare il bagno, noleggiare sdraio ed ombrelloni, pedalò e barche a remi. In inverno sul lago è possibile pattinare. Durante la Belle Èpoque, soprattutto grazie al suo clima mite e alla bellezza del territorio, il lago di Lavarone era una meta molto amata dall’aristocrazia viennese. Anche Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, trascorreva a Lavarone parte delle sue vacanze, riposando, studiando e facendo passeggiate attorno al lago. Una leggenda locale narra che, dove ora c’è il lago, un tempo ci fosse un rigoglioso bosco di proprietà di due fratelli. Un giorno i due fratelli litigarono violentemente per la proprietà del bosco e Dio, per punirli entrambi fece sprofondare il bosco e lo sommerse d’acqua, facendo nascere così il lago di Lavarone. Nel 2020 al lago di Lavarone è stato assegnato il premio Bandiera Blu per la qualità dell’acqua, l’attenzione all’ambiente e ai servizi sostenibili.
Per indimenticabili passeggiate a cavallo nel bosco, a pochi metri dall'hotel.
Passeggiata per grandi e piccini alla riscoperta di luoghi di archeologia industriale. Il sentiero, che parte dalla chiesa di Carbonare, a soli 2 km dall'Hotel passando attraverso il bosco o costeggiando la strada, conduce, lungo il torrente Astico, fino all’antico maso di Cueli dove il bellissimo mulino Cuel e l'annesso forno per il pane, raccontano la storia più affascinante del sentiero dell’acqua. Per allungare la camminata, proseguendo verso San Sebastiano e oltre, attraversando il paesino Tezzeli, si giunge alla Segheria dei Mein, in funzione fino al 1975, la cui produzione soddisfaceva principalmente il fabbisogno locale. Le operazioni di segagione potevano essere effettuate quando la ruota era libera dal ghiaccio e la portata d’acqua adeguata, quindi soprattutto in primavera e autunno. Il periodo di maggiore utilizzo è stato fra le due guerre mondiali.
Attraverso una facile e veloce passeggiata nel bosco, nascosto dentro una piccola gola naturale mimetizzato con la vegetazione si trova il comando Austriaco di Virti. Molto suggestivo e di libero accesso con gallerie, stanze e rifugi costruite contro bombardamenti della Prima Guerra Mondiale.
Partendo dal sentiero dietro all'hotel e seguendo il sentiero nel bosco, si raggiunge uno dei principali punti strategici di osservazione della Grande Guerra. Il perché è dovuto al suo compito di comunicazione tra il comando Austriaco Virti e le altre fortificazioni tramite sistema ottico (sistema usato dagli Austriaci in alternativa al classico sistema telefonico i cui cavi, seppure fossero ben interrati, potevano strapparsi nei bombardamenti). All'interno pochissime stanze, la parte più interessante sono le feritoie, i tubi ottici, fulcro del sistema di comunicazione.
Percorso tematico, a carattere permanente, di arte contemporanea nel bosco.
Dall'Hotel è possibile raggiungere il percorso passando dalla frazione Virti e proseguendo in direzione Chiesa.
L’elemento conduttore delle singole opere è l’albero quale elemento di vita.
Ogni scultura è una riflessione discreta che si fonde con quanto ha intorno.
Passo dopo passo sarà possibile scoprire il territorio da posizioni privilegiate, osservare la vicina Vigolana, le Dolomiti di Brenta, la Val di Centa, la Valsugana e il lago di Caldonazzo.
Il sentiero si sviluppa interamente su strada forestale con fondo ghiaiato regolare.
Si presta ad essere percorso a piedi, in mountain bike, a cavallo, in carrozzina e, durante i mesi invernali, con le ciaspole.
Lunghezza percorso: 2,4 km circa, da ripetere al ritorno
Dislivello in salita: 116 m
Proseguendo dal sentiero dell'acqua o partendo direttamente dal paesino di San Sebastiano, in 25 minuti si raggiunge la frazione Tezzeli, piccola frazione i cui abitanti erano un tempo per lo più pastori di pecore (tezze in cimbro significa fienili). Si prosegue verso il Torrente Astico e la vecchia segheria ad acqua dei Mèi. Ad avvolgere i passi sono ora gli alberi che guidano al Forte Cherle (ore 1.30). Chiamato anche Forte San Sebastiano, per evitare confusioni con Forte Verle (Altopiano di Vezzena), è il più orientale dei forti austriaci disposti sull’Altopiano di Folgaria e il più vasto facente parte dell’articolata linea fortificata Lavarone-Folgaria (il «Trekking dei Forti», 70 chilometri, interessa le fortezze austro-ungariche di Forte Cherle, Forte Dosso delle Somme, Forte Sommo Alto, Forte Busa Verle, Forte Cima Vezzena, Forte Luserna, Forte Belvedere, il Comando di Virti, il fortino osservatorio di Monte Rust, ospedali e cimiteri militari). Di forma triangolare e circondato da un fossato, poteva ospitare 250 uomini che armavano 4 obici da 100 mm su cupole girevoli, 18 mitragliatrici, 2 cannoni da 60 mm. La fortezza al giorno d'oggi è arrivata molto danneggiata, ma fortunatamente alla fine degli anni novanta grazie ad alcuni lavori di restauro, è possibile accedere in parte ad alcune gallerie del forte (se non sono allagate). Dal forte si scende per strada bianca fino a un bivio: si continua in discesa a destra per San Sebastiano (ore 1.15) Scendendo dal forte al bivio è possibile allungare ulteriormente il percorso prendendo a sinistra per l’ex cimitero militare austro-ungarico del 1915 e, attraversando la S.P. 142 si sale la Scala dell’Imperatore, in onore all’imperatore che visitò il fronte degli Altipiani nel 1916; è anche chiamata «Scala dei morti» perché guida a un ex ospedale militare (visibili i perimetri murari; ore 0.10).
Da Carbonare al bivio prendere a destra in direzione Trento, dopo 100 metri sulla sinistra inizia il percorso, da poco ripristinato sulle tracce della storica pista da sci, si presta anche come percorso per scialpinismo con panorami mozzafiato.
I 2070 metri della sommità rappresentano una ragguardevole meta.
Da lassù in cima lo sguardo spazia a 360 gradi e si possono scorgere massicci montuosi come l’Adamello, il gruppo dolomitico del Brenta e, in lontananza, l’inconfondibile parete della Marmolada. A sud tutto il Pasubio.
E' possibile proseguire lungo la cresta del massiccio della Vigolana fino alla croce del Becco di Filadonna (mt.2150) e al bivacco.
Difficoltà: Media
Lunghezza: 8,8 km
Durata: 2:30 h.
Dislivello: 1.000m
Discesa: 930m
Percorso adatto a mountain bike o da percorrere a piedi
Attraversando la strada di fronte all'hotel, si scende nell'ampia conca prativa delle Meuser, proseguiamo verso malga Elbele, raggiungiamo il Comando di Virti (in una stretta forra naturale) quindi proseguiamo sul versante nord del monte Rust fino a intercettare la strada sterrata che sale da Lavarone Chiesa e che porta fin sulla sommità dell'altura (resti della stazione di collegamento ottico). Scendiamo dalla sommità e svoltando a destra aggiriamo l'altura scendendo fino a lambire il bel lago di Lavarone. Dopo una doverosa sosta al lago, proseguiamo in discesa in direzione di Pra' di sopra, attraversiamo l'abitato svoltando a destra e scendiamo ancora più a valle fino a incrociare la stradina sterrata che collega Nosellari a Carbonare. La seguiamo voltando a destra fino a raggiungere l'abitato da sud-est.
Lunghezza: 9,2 km
Dislivello: 319m
Discesa: 319m